L’anemometro è uno strumento utilizzato per la misura della velocità e portata di un flusso d’aria e la sua più importante applicazione è nella verifica di impianti di climatizzazione e condizionamento.
Sostanzialmente ci sono cinque tipologie di Anemometri portatili che sfruttano differenti principi di funzionamento:
Oltre a queste tipologie, sono nate recentemente delle versioni di Anemometro con principio di funzionamento ad Ultrasuoni, impiegato quasi esclusivamente su sistemi di acquisizione fissa come centraline anemometriche o stazioni meteo.
In questo caso dobbiamo stabilire se per bassa velocità intendiamo 2 - 3 m/s oppure valori più elevati. Se si tratta del primo caso, l’anemometro più indicato è quello a Filo Caldo “Hot Wire” perché è estremamente sensibile alle basse velocità garantendo un’ottima precisione. La sua tecnologia di funzionamento permette di apprezzare variazioni di velocità anche molto piccole, nell’ordine dei centesimi (0.01m/s) e cosa molto importante, non necessita di spunto in partenza come accade ad esempio nella versione a ventolina che sfrutta un moto rotatorio. Importante! Fare attenzione che si tratti di flussi d’aria pulita priva di impurità o sporcizia, in quanto l’elemento di misura dell’anemometro a filo caldo è molto delicato e potrebbe danneggiarsi seriamente con costi di riparazione elevati.
Per la misurazione della velocità su diffusori per condizionamento e riscaldamento, possiamo impiegare sia un Anemometro a ventolina che a Filo caldo, mentre le soluzioni a Tubo di Pitot o a coppe non sono utilizzabili. La versione più idonea è senza dubbio il convogliatore di flusso “Balometro” che viene impiegato nella maggior parte dei casi grazie al suo sistema di funzionamento che permette di catturare il flusso in modo completo e ottimale senza pericolo di errore.
Nel caso non si sia in possesso di un Balometro e si voglia utilizzare un Anemometro portatile nella misura su diffusori che abbia un costo decisamente inferiore, è consigliato l’impiego di un Anemometro a Filo caldo per tre semplici motivi:
Certamente si, nella misurazione all’interno di condotti e canali è opportuno effettuare le misurazioni in tratti rettilinei privi di curve o strozzature come ad esempio in prossimità di filtri o altro. Questo accorgimento evita di incontrare delle difficoltà di misura dovute a turbolenze che si creano in queste situazioni, da sottolineare che generalmente sugli impianti HVAC sono previsti già dei fori di ispezione posizionati nei punti più idonei alla misurazione.
Tre sono gli articoli indispensabili per la verifica e collaudo di un impianto di climatizzazione e condizionamento HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning):
Oltre a questi articoli indispensabili, non sottovalutiamo la necessità di effettuare anche ulteriori controlli, come quello relativo all’umidità e alla temperatura, oppure a misure di pressione per la valutazione di eventuali perdite di carico dovute a strozzature o eventuale intasamento di filtri. In questo caso potrebbe risultare utile dotarsi di Strumenti multifunzione in grado di interfacciare differenti sensori per la misurazione di più parametri
Decisamente la versione a Filo caldo per dei semplici motivi, la sensibilità della misura considerato che spesso si tratta di velocità molto basse e cosa importante la possibilità di acquisire una misurazione non prettamente direzionale, come accade nelle versioni a ventolina. La dotazione di una sonda telescopica è certamente utile per raggiungere tutti i punti di misurazione in modo agile e veloce.
In questo caso possiamo utilizzare due versioni, l’anemometro a Tubo di Pitot o a Filo caldo, dipende dalle caratteristiche e condizioni della misura. Se si tratta di una misura in campo della climatizzazione, dove abbiamo velocità moderate, temperatura standard e flusso d’aria pulita, la versione più indicata è senza dubbio l’anemometro a Filo caldo. Mentre se si tratta di situazioni più complesse con flussi d’aria con presenza di impurità, temperature elevate o velocità molto alte come accade nel campo dell’aspirazione, meglio utilizzare l’anemometro a Tubo di Pitot che offre una soluzione ottimale con un rischio minore, chiaramente rispettando le caratteristiche di applicazione per evitare di ottenere delle misurazioni errate, ricordiamoci che l’anemometro a Tubo di Pitot non può essere utilizzato nella misura di ingressi o uscite ma solamente all’interno di canali e su un tratto rettilineo che abbia una lunghezza di almeno 3 diametri prima e tre diametri dopo dal punto di misurazione, questo per evitare turbolenze che andrebbero a falsare completamente la misurazione.
Questo particolare strumento utilizzato per il calcolo della velocità e portata di un flusso d’aria è sostanzialmente un “Micromanometro differenziale” con risoluzioni molto alte che arrivano anche ad una sensibilità di 0.01 Pa. Il suo principio di funzionamento “Teoria di Pitot” consiste nella misurazione della pressione differenziale tra pressione statica e pressione dinamica di un flusso d’aria all’interno di un canale attraverso l’impiego di un particolare tubo forato in acciaio chiamato appunto “Tubo di Pitot”. Attraverso un calcolo specifico e l’utilizzo di un fattore “K” di conversione, l’anemometro a Tubo di Pitot è in grado di fornire direttamente il valore della velocità e portata del flusso d’aria.
Questo accade spesso nella misurazione su impianti di aspirazione dove possiamo incontrare la presenza di fumi da combustione o trasporto di pulviscolo o altre tipologie di particelle più o meno grandi. In tutti questi casi è opportuno affidarsi alla versione di Anemometro a Tubo di Pitot, che grazie al suo principio di funzionamento che impiega un tubo di acciaio con un sistema di misura basato sulla differenziale tra pressione statica e dinamica permette di effettuare rilevazioni attendibili anche in questi casi. Attenzione però che l’impiego di questo strumento deve avvenire solamente all’interno di canali e condotti e non all’esterno su ingressi e uscite rispettando delle specifiche importanti.
Per questa applicazione, possiamo utilizzare un anemometro a filo caldo con sonda omnidirezionale, oppure un Anemometro a Coppe, particolarmente impiegato in campo nautico e sportivo. La scelta va effettuata tenendo in considerazione due fattori, il primo determinato dalla sensibilità di cui abbiamo bisogno, ossia se dobbiamo rilevare flussi d’aria molto bassi e con elevata precisione, come nei casi di misurazione del confort microclima (ISO 7730) dobbiamo affidarci ad anemometri a Filo caldo, mentre, in caso contrario, è sufficiente una versione di Anemometro a Coppe che offre una soluzione ottimale ad un costo contenuto. Nel caso di misurazioni inerenti all’analisi Microclima in conformità alle normative ISO 7730 e Dlgs 81 esistono degli strumenti specifici “Centraline Microclimatiche” in grado di calcolare automaticamente gli indici di confort PPD, PMV e WBGT.
Stiamo parlando di una misura specifica secondo normative internazionali ISO 7730 e contenute anche nel d.lgs. 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza negli ambienti di lavoro). Per questa applicazione esiste della strumentazione specifica, Centraline Microclima, appositamente create per la misura e il calcolo dei parametri di confort: